Omaggio alla Catalogna di George Orwell

Omaggio alla Catalogna di George Orwell
Omaggio alla Catalogna di George Orwell in versione eBook

Omaggio alla Catalogna, ovvero l’acquisita consapevolezza politica di George Orwell. È infatti noto di come, nella biografia di Eric Arthur Blair, abbia influito la sua partecipazione alla guerra civile spagnola. Guanda propone la sua edizione del libro, con la bella traduzione, che mi è piaciuta, di Massimo Bocchiola ed un bel saggio introduttivo di Marco Belpoliti ad offrire riflessioni sul libro.

Potremmo iniziare con il chiederci: perché l’autore venne a trovarsi in Spagna? George Orwell, accompagnato dalla moglie, avrebbe dovuto essere il corrispondente in terra spagnola per un giornale inglese ma finì con il prestarsi a combattere. Per scelta del tutto casuale, si ritrovò tra le fila della milizia del Partido Obrero de Unificación Marxista (abbreviato POUM).

Cosa descrive Omaggio alla Catalogna

Occorreva dare il proprio contributo alla causa rivoluzionaria, antagonista di quel fascismo alla ricerca del potere anche in Spagna. Il dovere di arruolarsi per combattere contro Franco e l’ascesa del fascismo sembrò, come afferma egli stesso, la scelta più naturale da compiere.

Omaggio alla Catalogna è, anzitutto, un diario: è la cronaca di una guerra – e non solo – vissuta dall’autore in prima persona. È ciò che ritroverete leggendolo, unitamente agli eventi di cui è venuto a diretta conoscenza da fonti certe. George Orwell scrive, anche in questa occasione, con lo scopo di smentire le menzogne. E ne furono messe molte in circolazione, sia all’interno della Spagna che all’estero. L’autore ha la possibilità di contraddire la versione ufficiale poiché ha vissuto sulla propria pelle quella che era le realtà dei fatti.

Il libro offre anche altro. Orwell ha curiosità verso la realtà spagnola ed esprime ammirazione per il popolo della Spagna. Ha la vera volontà di rendervi omaggio.

Le vicende spagnole

George Orwell non era nuovo all’uso delle armi, avendo già servito nella Indian Imperial Police in Birmania, da cui si era dimesso; ma, per sua stessa ammissione, arrivò al fronte senza aver mai sparato ad un uomo. Non che le cose andassero meglio tra gli altri volontari arruolati: molti erano bambini, adolescenti. Quasi nessuno era conscio dell’uso delle armi, alle quali non vennero addestrati. Le ebbero per la prima volta in mano soltanto quando, giunti al fronte, si iniziò ad avere cognizione di cosa fosse la guerra.

Il personale diario di guerra di George Orwell si svolge con una lettura scorrevole di quegli eventi: come egli stesso ci dice, nel momento in cui li vive non ha completa percezione della realtà politica del tempo in Spagna. Si trovava lì per combattere il fascismo. Difatti, vuol dar conto dei giorni trascorsi dal suo arruolamento fino al giorno in cui lasciò la Spagna.

In Omaggio alla Catalogna inizia con una descrizione della realtà in cui si trova immerso, della Barcellona rivoluzionaria, dove tutti adesso erano compagni. Ne parla con il tratto della sorpresa, della piacevole impressione che in lui destò la scoperta del clima che regnava in quella città.

La guerra di posizione

Risalta sempre nella narrazione la mancanza di addestramento, di armi e più in generale di equipaggiamento, ma in fin dei conti non conta in modo decisivo. Vengono superati, sono aspetti non determinanti, per via della situazione in cui l’autore venne a trovarsi. Gli spagnoli non erano fatti per fare la guerra, ci dice; ma non sarebbe voluto essere straniero in nessun altro posto che non fosse la Spagna. Venne accolto – nella milizia del POUM e più in generale con chiunque venne a trovarsi a contatto – con favore e lo percepisce: contribuì sicuramente a tenere alto il morale. Non di poco conto in un conflitto armato.

Guerra che era destinata di lì a poco a fare capolino. Arrivato con la milizia al fronte, si palesano quelli che per Orwell ne sono i tratti distintivi: i cumuli di escrementi, il cibo gettato e andato a male, il puzzo di tutto ciò, il freddo. Sono questi alcuni dei segni che contraddistinguono la guerra di posizione in cui venne a trovarsi.

Spesso nel libro farà la sua comparsa un altro elemento che per Orwell si evidenziava in quella guerra: la noia. Era in una guerra di posizione, con poche azioni e molto stare allerta e di guardia. Così era quando venne a trovarsi al fronte, così fu nel corso dei fatti di Barcellona mentre era in licenza, dove gli ordini furono di limitarsi a difendere.

Omaggio alla Catalogna e la Rivoluzione

Ciò che accadde a Barcellona permette di introdurre altri elementi. La guerra civile spagnola, infatti, compendiava in sé altro: non vi era solo la guerra di posizione. George Orwell ci descrive la guerra nella guerra che nacque tra le forze che si opponevano al fascismo: comunisti, socialisti, anarchici e di come i primi fagocitarono tutti gli altri. Comunisti che, incredibilmente, erano i più forti oppositori al compimento della Rivoluzione in Spagna.

L’autore riserva due appendici finali ad una migliore esplicazione dei tratti politici di quella guerra, alle tensioni interne alle forze rivoluzionarie o che tali avrebbero dovuto essere, fino ai fatti di Barcellona e la messa fuorilegge dei socialisti. Spiega della nascita della Rivoluzione, la sua evoluzione ed il suo indietreggiare, come lui stesso ci dice, incredibilmente per mano comunista.

L’Unione Sovietica non voleva una Spagna rivoluzionaria, sebbene foraggiasse il governo con le proprie armi – unico Paese a farlo unitamente al Messico. Il partito comunista riuscì ad imporsi nella pluralità di partiti uniti per combattere Franco ed il fascismo e non propugnò la Rivoluzione. All’estero non se ne aveva percezione, poiché non ne venne data notizia, ma nei fatti a Barcellona si erano fatti notevoli progressi in senso rivoluzionario: già al suo arrivo con la moglie sentì dire di come non fosse conveniente ostentare eccessivamente nel vestirsi. Le mance erano vietate, i camerieri ti trattavano da pari a pari. La città si mostrava già liberata dalla divisione di classe.

Le cose erano destinate a cambiare di lì a poco. L’autore si mostra consapevole di come, in ogni caso, alla fine della guerra vi sarebbe stata una dittatura: che fosse stata del proletariato o capitalista, quindi fascista – la quale, osserva Orwell, in Spagna si presentava in una versione meno totalizzante rispetto a Italia e Germania dell’epoca.

La rivoluzione indietreggia

Nelle due occasioni di ritorno dal fronte – la prima in licenza, la seconda dopo essere stato ferito – George Orwell conosce una Barcellona diversa. L’eguaglianza era stata soppiantata dal ritorno delle classi, i comunisti erano in ascesa e iniziarono a fare propaganda contro i socialisti. Si arrivò finanche alle armi, che dopo una breve tregua si trasformò in retate, arresti arbitrari, prigioni segrete e fucilazioni dei socialisti.

L’arretramento della Rivoluzione non fu però avvertito dagli uomini e donne al fronte: si aveva cognizione delle questioni politiche, che si prestavano ad essere oggetto di confronto, ma le incombenze erano altre. Si era in trincea a combattere contro un nemico, nasceva uno spirito di eguaglianza e fratellanza, per cui la politica non prevaleva.

Le ragioni politiche di questo svolgimento dei fatti vengono da Orwell analizzate nelle due appendici finali. Ma nel libro c’è di più. Non lo si legge solo per questa, comunque notevole, parte; questa è la storia di Eric Arthur Blair che da corrispondente di guerra per un giornale inglese sceglie di entrare nella milizia e combattere contro il fascismo. E anche se lui e la moglie erano ben consapevoli che restare avrebbe significato l’essere imprigionati, una volta al sicuro fuori dalla Spagna non poterono fare a meno di pensare che avrebbero dovuto essere al fianco dei compagni insieme ai quali aveva combattuto e che ora erano imprigionati.

Ogni riga di lavoro serio che ho scritto dal 1936 in poi è stata, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e per il socialismo democratico.

Perché scrivo, George Orwell

George Orwell ci rende partecipi di quanto ha vissuto e avvertito in quei mesi di guerra al fascismo, di quanto è venuto a conoscenza da fonti certe, arricchendolo con le considerazioni finali sull’aspetto politico e unitamente al suo straordinario stile di scrittura. Ciò lo rende un libro di assoluto pregio del quale risulta obbligatoria la lettura.

È possibile acquistare Omaggio alla Catalogna sia in versione cartacea che in versione eBook.

Pubblicato da Gianluca

Sono Gianluca, autore di Il viaggio è nei libri, il blog semplice e intuitivo su ciò che sfoglio e pronto ad ispirarvi nelle prossime letture!