
Noi è la visione distopica del futuro di Evgenij Zamjatin. Un libro che ha sofferto di alterne vicende nella sua pubblicazione: ponendosi come satira del regime comunista, fu da esso osteggiato. È d’esempio che in URSS trovò, infatti, pubblicazione solo nel 1988.
Occorre di primo acchito ricordare che l’opera è stata scritta nel 1919-1921, con la prima versione pubblicata in lingua russa che si ebbe solo nel 1952. Tra le altre, non in patria, bensì a New York. Fu da questa iniziale versione in lingua originaria – come ci dice Alessandro Niero nella sua bella e curata prefazione al testo – che il libro trovò la sua prima traduzione anche in lingua italiana, merito di Ettore Lo Gatto.
Le prime versioni del libro apparvero infatti all’estero e non in Unione Sovietica: in francese, in ceco e poi in inglese. In patria sembrava destinato alla pubblicazione su rivista, ma non venne a realizzarsi. Ci fu comunque una qualche diffusione del libro ad opera di Evgenij Zamjatin stesso, attraverso la pubblica lettura.
Noi e 1984
Penso sia necessario sgombrare da subito il campo da dubbi: Noi precede, di molto, altri grandi romanzi distopici come 1984 di George Orwell e Il mondo nuovo di Aldous Huxley. Purtuttavia, quest’ultimo sembra che non abbia letto l’opera di Zamjatin, sebbene ne avesse conoscenza.
George Orwell, invece, lesse il libro nella sua prima edizione in lingua francese – quando, tuttavia, 1984 aveva già iniziato a prendere forma – e molto si prodigò affinché Noi trovasse pubblicazione anche in Inghilterra. Lo riteneva un buon libro: in un articolo ebbe a criticare quelle che, secondo lui, fossero le mancanze nel romanzo di Zamjatin, ma lo riconobbe migliore rispetto al libro di Huxley ed assolutamente meritevole di essere letto.
Possiamo a questo punto chiederci: Noi rappresenta l’ispirazione di 1984? Si può rispondere con un: sì, ma.
Le diverse interpretazioni dei due autori
Ma lo stile è nettamente diverso. Il modo di trattare l’argomento – una satira al regime sovietico – è diverso. Sin dall’inizio si avverte con Zamjatin la ricerca del vocabolo più altisonante e sopraffino per ogni singola parola. Siamo di fronte ad un vortice di aggettivi e metafore, ogni cosa è rimarcata nel continuo gioco delle parole. Il richiamo al pensiero matematico e religioso – con le sue finezze – trovano una delucidazione grazie alle note del traduttore, Alessandro Niero.
George Orwell si presenta anche lui molto ricercato nel linguaggio, si prodigò molto in tale prospettiva: ma è molto più diretto nel far cogliere ciò che vuole dirci. Non si inerpica nel continuo elevarsi del linguaggio. Non posso però nascondere che anche la lettura di Zamjatin è piacevole, mi ha invogliato molto nella lettura.
Anche l’atmosfera che entrambi vogliono rendere è diversa: in Noi è molto meno soffocante, opprimente che in 1984. Si ha molta meno percezione dell’essere sotto un regime totalitario, seppure abbia matematizzato, meccanizzato, ogni aspetto del vivere comune.
Noi: lo Stato Unico
Evgenij Zamjatin si concentra molto più sull’annullamento dell’io, dell’individualismo, a favore del noi. La persona, presa singolarmente non conta nulla e nulla apporta allo Stato Unico. È nel fondersi nella collettività, nel far parte del noi, che realizza il fine più alto: tutti diventano eguali. Diventa interessante notare un tema ricorrente nel libro, quello del desiderio sessuale, che viene reso egalitario proprio portando all’estremo quello che fu una effettiva teoria di una rivoluzionaria russa: la soddisfazione sessuale può essere realizzata con chiunque, serve solo prenotarla. Tutti resi eguali. Al fine ultimo, si riconosce che lo Stato Unico ha realizzato la felicità di tutti.
La lettura di Noi appassiona nel cercare di capire il mondo in cui ci immerge Zamjatin, e non bisogna fraintendere: appassiona anche per come scrive. Ma richiede molta concentrazione, altrimenti il rischio è di perdersi tra le parole, i significati nascosti e le metafore utilizzate.
La realtà alle soglie del terzo millennio
E quale è il mondo di Noi? È una realtà matematica, meccanizzata, lineare. Le strade dritte, gli edifici a parallelepipedo, la divisione e assegnazione del tempo collettivo. Ogni cosa è in vetro, trasparente: nessuno ha qualcosa da nascondere agli altri. Solo per l’atto sessuale – previa prenotazione – è consentito abbassare le tende. Tutto è organizzato, anche chi può o meno concepire. Tutto, tranne le due ore giornaliere di tempo personale – per le quali, comunque, leggiamo che il protagonista auspica la soluzione, con la totale assegnazione del tempo. In effetti, è la meccanizzazione portata in ogni attività umana.
Lo Stato Unico procede come una retta, ha l’obiettivo di raddrizzare le curvature. Quali queste siano è presto detto: la fantasia, l’amore, i sentimenti tutti. In una parola, la libertà, che si presenta come l’ostacolo alla felicità. La persona che pensa e agisce per la sua sola individualità, semplicemente, non può essere felice. L’aver meccanizzato l’umanità serve affinché tutti si muovano l’unisono: il singolo si muove allo stesso modo, allo stesso tempo, di ogni altro. Lo Stato Unico si muove con un unico, armonico, movimento del noi.
Si ha un continuo schernimento, se non riprovazione, per ogni attività individualista del passato. Prendiamo la musica: anche qui come in 1984, è meccanizzata. Neanche in Noi è più opera del singolo – realizzata tramite quella forma di “epilessia” che prendeva il nome di ispirazione. La nuova musica, così realizzata, è così perfetta, nella sua complessità e linearità nel richiamarsi alle serie matematiche.
La realtà esterna a Noi
Sembra, comunque, che Zamjatin immaginasse, più che un unico Stato dominante su tutta la terra, una città. L’ultima rivoluzione e l’ultima guerra conosciute avevano prodotto società rinchiusa all’interno della Muraglia Verde, al cui esterno si immaginasse non vi fosse null’altro che la natura. In realtà, all’esterno dell’involucro si celano altre persone, e fatti del libro si svolgono prevalentemente nell’ambito della Muraglia Verde e di ciò che nascondeva alla vista e all’anima.
L’antica leggenda del Paradiso… Parla di noi, di adesso. Certo! Ci rifletta. Ai due abitanti del Paradiso fu data l’opportunità di scegliere: felicità senza libertà o libertà senza felicità; tertium non datur. E loro, asini, scelsero la libertà: e dunque? Si capisce: poi hanno rimpianto le catene per secoli.
Noi, Evgenij Zamjatin
Evgenij Zamjatin ci porta nel suo futuro distopico con un libro di sicuro valore, da non farsi sfuggire alla lettura.
È possibile acquistare Noi sia in versione cartacea che in versione eBook. Così come è possibile dilettarsi nella ricerca della storica traduzione per Feltrinelli ad opera di Ettore Lo Gatto.