Il golpe di Via Fani: la rete che circondò il delitto

Il golpe di Via Fani di Giuseppe De Lutiis
Il golpe di Via Fani di Giuseppe De Lutiis in versione cartacea

Il golpe di Via Fani rappresenta un punto di arrivo, cui giunge un autore di chiara fama e preparazione come Giuseppe De Lutiis: non solo uno storico dei servizi segreti e del terrorismo in Italia, anche direttamente partecipe alle attività delle commissioni parlamentari di inchiesta interessate a tali fenomeni. È stato, infatti, coordinatore dei consulenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi.

Un autore molto preparato che con il suo libro vuole introdurci nella realtà in cui è presumibile le Brigate rosse si mossero. Il fondato sospetto è che furono coadiuvate nel portare a compimento il loro disegno terroristico.

Cosa troviamo nel libro

Anzitutto, partiamo dalla premessa che il libro non passa in totale rassegna quei tragici avvenimenti che portarono al rapimento e all’omicidio dello statista onorevole Aldo Moro. Quanto alla ricostruzione fattuale del delitto, il rimando è all’ottimo libro La tela del ragno. Sergio Flamigni pone, infatti, maggiormente i propri interrogativi sullo svolgimento dei propositi terroristi e le deficienze nel tentativo di salvare la vita dell’ostaggio. Così come di sicura lettura deve essere Storia di un delitto annunciato, di Alfredo Carlo Moro. Il fratello dello statista rapito e assassinato dalle Brigate rosse sottopone a rigorosa analisi il racconto dei terroristi, caratterizzato da plurime menzogne. Giuseppe De Lutiis cerca, invece, di inquadrare quel tragico evento nel contesto nazionale e internazionale di quel periodo.

Potremmo quasi dire, sintetizzando, che si cerca una risposta a diversi ordini di interrogativi: le Brigate rosse erano infiltrate? E chi tra organi ufficiali dello Stato italiano o di Stati esteri oppure di altro tipo di organizzazione era riuscita ad inserirsi al loro interno? Chi poteva avere interesse al drammatico delitto perpetrato dalle Brigate rosse? Furono questi personaggi, interessati al compimento del crimine e rimasti oscuri, a guidare e supportare chi ufficialmente, almeno a livello giudiziario, si è addossato le relative responsabilità penali?

Il golpe di Via Fani: ipotesi molto vicine alla realtà

L’autore fa anzitutto chiarezza su un aspetto peculiare ma che, al tempo stesso, permea l’intero suo lavoro. Addentrandosi nel delitto commesso in via Fani, è possibile procedere solo pressoché per ipotesi. La trattazione può , per quanto possibile, procedere con il supporto di documenti e analisi testimoniali; tuttavia, è una trattazione condotta avendo anche presente la realtà storica, politica e ideologica di quel periodo. Difficilmente si potrà infatti trovare un vero e proprio accordo scritto, un nero su bianco, tra controparti interessate al crimine. L’affermazione di una corresponsabilità o di una tacita condivisione della condotta criminosa delle Brigate rosse, soprattutto avuto riguardo al rapimento – cui fece seguito l’omicidio – dell’onorevole Aldo Moro, può procedere attraverso le prove che abbiamo e l’utilizzo della logica.

Giuseppe De Lutiis parte da riscontri documentali o testimonianze delle quali sia possibile un raffronto di veridicità. È un ottimo metodo di lavoro porre tutto ciò a fondamento del suo libro, che restituisce un risultato pregevole. Certo, non è possibile arrivare ad ipotesi di assoluta certezza, per diversi ordini di motivi. La mancanza di prove documentali su aspetti decisivi, l’oscurità che fin da subito avvolse lo svolgimento della tragica vicenda. Il tempo che, trascorrendo, ha fatto il proprio lavoro di oblio. Tuttavia Il golpe di Via Fani è dotato di solide basi di analisi.

Riguardo a chi quel giorno ha assistito al delitto in via Fani, un ottimo componimento delle testimonianze è effettuato da Romano Bianco e Manlio Castronuovo in Via Fani ore 9.02. Spostando, invece, l’attenzione ad una diversa tipologia di testimonianze – quella delle persone coinvolte nelle trattative volte alla liberazione di Aldo Moro -, è da portare all’attenzione il libro di Alessandro Forlani, Testimoni inconsapevoli.

Il golpe di Via Fani: chi aveva interesse?

L’autore dipinge un quadro che ben può definirsi inquietante. Emerge che molte sarebbero state le forze interessate negli eventi che condussero al delitto. Ad essere coinvolti, a vario titolo e per varie finalità, sarebbe state entità non solo di livello internazionale, anche di livello nazionale e finanche criminale. Da un lato, talune prodighe per la liberazione; dall’altro, talaltre interessate o comunque non contrarie al compimento del delitto che venne perpetrato contro l’onorevole Aldo Moro.

È un quadro, questo degli interessi convergenti, che trova complemento in Segreto di Stato, libro scritto da Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri con Giovanni Pellegrino. Il presidente della Commissione parlamentare sulle stragi concentra, in particolare, l’attenzione sulla influenza portata anche dallo scontro tra nord e sud, non soltanto tra est ed ovest. Invece, Antonio Cipriani e Gianni Cipriani sostengono la tesi della grande copertura Nato, offerta dalla rete Gladio, alla gran parte dei fenomeni terroristici che si sono verificati in Italia. Sovranità limitata porta a conforto della propria argomentazione non poche prove, in quello che si prospetta come un grande puzzle ancora in parte da ricostruire.

Gli scopi di altri Stati

Avevano interesse gli Stati Uniti d’America, stante la politica condotta da Aldo Moro di avvicinamento del Partito comunista italiano all’area di governo. D’altronde, l’interesse dell’URSS aveva opposte ragioni: il più grande partito comunista d’occidente sarebbe arrivato al potere senza compiere la rivoluzione, bensì democraticamente – con elezioni. Una politica già portata avanti dal PCI, inaccettabile per Mosca. Si è parlato anche di un attentato contro Enrico Berlinguer proprio per l’eccessiva autonomia mostrata rispetto ai sovietici. Il partito comunista dal maggior peso elettorale al di fuori dell’URSS proponeva la propria via verso l’eurocomunismo. Realizzare il comunismo, ma per vie democratiche.

Sappiamo anche che, fin da tempo precedente, anche il Mossad si mostrò interessato alle Brigate rosse. Sembra che volesse supportarle allo scopo di alimentare la destabilizzazione in Italia e mostrare Israele come partner più affidabile nell’area del Mediterraneo. Non solo: sia Moro che Andreotti si mostreranno più dediti ad una politica filoaraba. L’Italia, e il suo essere frontiera al blocco sovietico, godeva di speciali riguardi dagli Stati Uniti d’America: avrebbe dovuto seguire la politica americana filoisraeliana, ma finì per il proporre una specie di autonomia sul piano della politica estera. Tuttavia, nella realtà del tempo, con Israele impegnata nella lotta per la sopravvivenza proprio con il mondo arabo, la politica italiana d’appoggio al mondo arabo non poteva passare inosservata.

Una scuola di lingue particolare: Hyperion

A destare attenzione è anche una scuola di lingue del tutto peculiare: Hyperion. Con sede a Parigi, sembra avere funzioni del tutto analoghe all’agenzia di stampa internazionale Aginter Press, fondata a Lisbona. Contribuirono alla fondazione della scuola parigina diversi esponenti della sinistra extraparlamentare, con rapporti con le Brigate rosse. Il compito era di fornire copertura e protezione internazionale – favorire latitanze, stabilire rapporti con altre organizzazioni criminali o servizi segreti.

La scuola, inoltre, aprì due sedi in Roma, nel periodo di poco precedente al delitto Moro; chiuse poi poco tempo dopo la tragica conclusione dei fatti. Desta, ovviamente,sorpresa apprendere che la sede venne stabilita in prossimità di stabili appartenenti ai servizi segreti italiani. Nulla di nuovo, essendo anche il covo di via Gradoli collocato all’interno di immobili riconducibili agli stessi servizi segreti.

Nel libro di Giuseppe De Lutiis troverete tutto questo, con una esposizione documentata, chiara e logica. Quel tragico evento merita piena chiarezza e questo libro consente uno svolgimento di analisi di più ampio respiro.

Purtroppo, Il golpe di Via Fani è di non facile reperibilità. È possibile però dilettarsi nella ricerca su eBay nel provare a trovarne una copia.

Pubblicato da Gianluca

Sono Gianluca, autore di Il viaggio è nei libri, il blog semplice e intuitivo su ciò che sfoglio e pronto ad ispirarvi nelle prossime letture!