Furono davvero Testimoni inconsapevoli?

Testimoni inconsapevoli di Alessandro Forlani
Testimoni inconsapevoli di Alessandro Forlani in versione cartacea

Testimoni inconsapevoli. Così titola il suo libro Alessandro Forlani – chiarendo subito la mera omonimia con il figlio dell’allora Ministro degli esteri, Arnaldo Forlani. È, forse, necessario capire quanto siano realmente privi di consapevolezza su ciò che accadde nel 1978 e che li vide, in qualche modo, coinvolti.

L’opera rappresenta un buon saggio su quanto circondò la tragica vicenda che coinvolse lo statista Aldo Moro. Anche se il titolo richiama a delle testimonianze, il richiamo è qui alle trattative; quanto alle testimonianze dirette di chi assistette al compimento del delitto, il rimando è a Via Fani ore 9.02 di Romano Bianco e Manlio Castronuovo. Sebbene la linea ufficiale fosse quella della fermezza, le trattative con i terroristi vi furono. Condotte da diversi personaggi, seguendo canali comunicativi tra loro distinti e forse aventi ad oggetto finalità diverse.

Testimoni inconsapevoli: il libro

Sono davvero molte le opere saggistiche interessate al delitto Moro. In ciò, il libro di Alessandro Forlani cerca di delineare il contesto rimasto più defilato e reso pubblico: quello delle trattative per salvare Aldo Moro. Pertanto, occorre anzitutto specificare che il testo non tratta delle modalità operative del delitto compiuto dalle Brigate rosse. Il riferimento migliore per tali aspetti è al libro di Sergio Flamigni, La tela del ragno.

È una conseguenza, quindi, che nemmeno si trovano domande, analisi e scomposizioni sulle incongruenze del racconto brigatista: d’altronde, la vicenda viene ripercorsa sulle parole di altri personaggi, rimasti più nell’ombra. Riguardo a tali aspetti, il consiglio è rivolto al libro di Alfredo Carlo Moro, Storia di un delitto annunciato. Il libro del fratello di Aldo Moro, si presenta quale lucidissima e accurata valutazione dei fatti nel vagliarne incongruità, illogicità e affermazioni apodittiche affermate dai terroristi.

Testimoni inconsapevoli tratta, invece, potremmo dire, del contorno dei drammatici avvenimenti. Vengono riportate le interviste, realizzate dallo stesso Forlani, a diverse persone a vario titolo vicine alla vicenda. In tale contesto si inserirono, attivandosi personalmente oppure perché vicine a persone che a loro volta si prodigarono per la liberazione di Aldo Moro, tenuto ostaggio dalle Brigate rosse.

Le trattative messe in campo

Alessandro Forlani effettua, invero, un buon resoconto di testimonianze, attraverso le quali si cerca riscontro alle diverse iniziative poste in essere al fine della liberazione di Aldo Moro. Partiamo dalle trattative condotte dallo Stato della Città del Vaticano, pronto al pagamento di un riscatto. Si è parlato di circa 10 miliardi di lire, e c’è chi afferma di aver visto tutti quei soldi pronti in attesa dello scambio.

A svolgere la propria attività anche la Jugoslavia, per interessamento di Josip Brozmeglio noto come maresciallo Tito. È questo un intervento che trova collegamenti diretti con i movimenti della Rote Armee Fraktion in Italia. Trova qui menzione, infatti, un complicato intreccio su contatti tra terroristi tedeschi e italiani, la loro circolazione all’interno del nostro paese e alcuni arresti di appartenenti alla RAF eseguiti nel paese balcanico. La tesi sostenuta è che si sarebbe dovuto procedere ad uno scambio di prigionieri, con il fine di salvare la vita di Aldo Moro.

Lo scambio appena menzionato avrebbe visto il coinvolgimento di paesi arabi. Si parla di Beirut quale tappa intermedia di una destinazione finale localizzata in Yemen. Tali paesi avrebbero garantito la libertà dei prigionieri scambiati. Ma un interessamento diretto di quell’area del mondo si ebbe anche in altro modo. I servizi segreti italiani sarebbero intervenuti presso il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – abbreviato, FPLP – al fine di una possibile trattativa. Sembra, questo, uno scenario che va ad inserirsi nel quadro del cd. Loro Moro. L’accordo avrebbe previsto, per evitare il compimento di attentati terroristici in Italia, una libertà di movimento alle armi palestinesi sul nostro territorio.

La linea della fermezza

Sebbene la linea ufficiale del governo italiano fosse quella della fermezza, dell’impossibilità di procedere a trattative ufficiali con le Brigate rosse, qualcosa si mosse. È un dato sicuro che il Partito socialista italiano adottò delle iniziative, incaricando Giuliano Vassalli di individuare alcune persone – non condannate per fatti di sangue – alle quali concedere un provvedimento di clemenza, quale atto umanitario. Sappiamo della disponibilità del presidente della Repubblica, Giovanni Leone, cui egli era favorevole; ma la circostanza era osteggiata da parte politica.

L’autore, su quest’ultimo punto, sostiene che la linea della fermezza fosse da ricercare nella impossibilità e comunque assoluta non volontà, da parte dello Stato italiano, di concedere alcun riconoscimento politico alle Brigate rosse. L’apertura di una trattativa ufficiale, si riteneva, le avrebbe legittimate quale interlocutore politico. Riconoscimento che, tuttavia, si riteneva ben praticabile se fosse arrivato dall’estero. Di conseguenza, le trattative vennero condotte per tale via.

Al libro di Alessandro Forlani, Testimoni inconsapevoli, sembra solo mancare qualcosa, un più completo inserimento e dispiegamento delle notizie apprese dall’autore nel quadro della tragica vicenda che coinvolse l’onorevole Aldo Moro. Sul punto, a completamento del discorso, è consigliabile proseguire la lettura con il libro di Giuseppe De Lutiis, Il golpe di Via Fani. Testimoni inconsapevoli è un libro interessante, offre diverse virtù di analisi, l’autore svolge un lavoro molto apprezzabile ed è sicuramente da leggere.

Pubblicato da Gianluca

Sono Gianluca, autore di Il viaggio è nei libri, il blog semplice e intuitivo su ciò che sfoglio e pronto ad ispirarvi nelle prossime letture!